Estetica oncologica, storie di vita e di rinascita.

Estetica Oncologica, Lucia racconta il suo ritorno alla vita attraverso la malattia.

“Non mi ero mai resa conto di quanto fosse importante essere toccata”

Un corpo merita di essere toccato, merita di essere accarezzato con confidenza, con tenerezza. “Non avrei mai pensato che essere toccata potesse restituirmi a me stessa.

Ricordo il giorno della telefonata, ma è incredibile come la memoria sia selettiva. Non ricordo il giorno della settimana o il giorno del mese. Ricordo chiaramente che stavo guardando un ciliegio selvatico fiorito e pensavo che niente sarebbe potuto succedere perché era primavera.

Quando al telefono il dottore mi disse che aveva bisogno di vedermi un momento in ambulatorio io, che aspettavo una diagnosi, non posso dire di aver avuto paura, non ricordo il cuore che batteva forte o le gambe che tremavano.

L’unica sensazione che ricordo bene è che il mio corpo si è improvvisamente svuotato.

Al posto degli organi si stava aprendo un vuoto, una voragine, ma sarebbe meglio dire un nido. Questa sensazione è durata molto lungo, è durata per le lunghe settimane della chemioterapia, è durata mentre ingoiavo una dopo l’altra quell’interminabile sfilza di pastiglie. In quella tuta che avevo deciso di indossare e che non ho più tolto c’era il vuoto e quella agghiacciante sensazione mi stritolava mentre i capelli mi cadevano.

Nei giorni in cui dovevo proprio uscire di casa, coprivo sbrigativamente la testa con una bandana nera. È inutile dire che non mi guardavo più allo specchio e non mi truccavo, mi facevo la doccia senza osservarmi, mi lavavo i denti seduta sul bidet, per non specchiarmi. Il mio unico sollievo era sdraiarmi nel letto e coprirmi con il piumone e rimanere lì sentendo questo grande vuoto che si stava riempiendo del mio tumore. Il nido glielo avevo creato io e me lo immaginavo come una specie di ragno che si allargava prendendo via via tutti i miei spazi, sino a che di me non rimaneva niente…

Il mio tumore ero io.

La mia amica Giulia era l’unica a sopportare veramente le mie paturnie perché anche mio marito e i miei figli, pur tanto affettuosi, mi guardavano con un certo stupore, sembravano chiedersi chi fosse quella extraterrestre pelata che aveva preso il posto della mamma.

Avere il cancro significa essere soli, perché chi ti consola non ce l’ha, il cancro. Tu, sì.

Giulia mi veniva a trovare ma invece di spingermi a uscire, a truccarmi, si metteva sotto il piumone con me: parlavamo, più spesso stavamo in silenzio. Un pomeriggio, sul suo tablet, mi ha mostrato un post relativo all’estetica oncologica e lì per lì ho pensato che non sappiano proprio più cosa inventarsi per spillare soldi alla gente.

Però il post l’ho letto.

Giovanna Buratti, un’estetista oncologica, scriveva con emozione, con partecipazione ma anche con serietà e autorevolezza. Non si atteggiava a medico, non proponeva una cura ma di prendersi cura del corpo proprio nel momento in cui quel corpo che era stato strumento di piacere e di gioia, quello con cui avevamo ballato, mangiato, fatto l’amore, partorito, era diventato di qualcun altro, anzi, qualcos’altro.

C’è voluto tempo ma Giulia alla fine mi ha portato da Giovanna, allo Studio Acqua di Tortona. Ci sono andata perché speravo che mi avrebbe offerto ciò di cui avevo bisogno, non curarmi, quello lo facevano i medici, ma prendersi cura di me.

Estetica oncologica: il take care

Come poi mi ha spiegato il take care, il prendersi cura, è proprio la base dell’estetica oncologica. Mi sono trovata in questo studio davanti a Giovanna, una bella donna con dei bellissimi capelli biondi. Sono stati quei capelli biondi, così folti, a farmi scoppiare a piangere:

“Io non sono il mio tumore”, ho detto.

Giovanna mi guardava in un modo che non avevo mai visto: non con pena o comprensione, mi guardava come se stesse provando ciò che io le descrivevo.

Lì ho capito che cos’è l’estetica oncologica.

Un percorso e dei rituali che non soltanto, su una ferma base scientifica, si prendono cura del corpo danneggiato dalla malattia ma un percorso che rimette in comunicazione una persona che si sente invasa, violata, proprio con il corpo che l’ha fatta soffrire e che, tuttavia, merita ancora di essere curato, accudito, conservato. Che la pelle è il più esteso organo del corpo e un’infallibile portavoce del malessere.

Giovanna Buratti: estetica oncologica e take care

Giovanna Buratti

I trattamenti che si applicano devono, in primo luogo, non essere dannosi né tossici.

Giovanna ha affidato a un laboratorio specializzato la linea prodotti naturali Studio Acqua, elaborati secondo i principi scientifici dell’estetica oncologica.

L’estetica oncologica insegna una routine quotidiana per contrastare e alleviare le manifestazioni esteriori della malattia, specialmente il cambiamento della pelle, che si secca facendoti sentire arida e asciutta, sembra riempirsi di rughe, indurire i lineamenti.

Giovanna ha praticato su di me queste routine e poi mi ha insegnato come proseguirle a casa, su quel viso che sembrava non essere più il mio e che la mancanza di capelli rendeva quasi grottesco. Questi contatti mirati, queste carezze, e gli effetti che ho visto su di me, lentamente mi hanno fatto riprendere confidenza con il mio corpo, che pure mi aveva tradito, era diventato così nemico che avevo quasi lasciato che il cancro se lo prendesse.

Invece no.

Sono una donna, il mio corpo vale ancora qualcosa…

Può ancora provare il piacere che comunicano i massaggi, i trattamenti, le applicazioni di prodotti mirati. Ho scoperto che l’estetica oncologica è una delle ultime frontiere dell’estetica, che richiede una lunga specializzazione e la collaborazione con i medici specialistici.

Un’estetista oncologica passa mesi in percorsi di collaborazione negli Istituti Tumori più importanti, in Italia e all’Estero, basta citare il reparto oncologia della Fondazione Maugeri di Pavia, dove Giovanna ha prestato servizio come volontaria. Esiste un percorso di formazione professionale con disciplinari rigidissimi e principi scientifici ampiamente approvati dalla medicina oncologica internazionale. 

Sono trattamenti per il viso e per il corpo per preparare la cute a ricevere gli stress da chemioterapia e radioterapia, per rinforzare e lenire la pelle durante e dopo le terapie, per trattare mani, piedi e unghie, per imparare a trattare la cicatrice post-chirurgica e a donare massaggi che diventano carezze per anime ammaccate.

Quando il corpo diventa un nemico l’estetista oncologica interviene modificando la percezione dell’immagine corporea, avvicinando di nuovo il corpo alla donna che lo vive, migliorando la qualità della vita.

Estetica oncologica: cancro e depressione

Una relazione tormentata che amplifica il dolore ed esaspera il senso di isolamento. Per vincere una guerra hai bisogno di fiducia e lucidità mentale, le emozioni dannose ti trasformano in una perdente.

Oggi Lucia si guarda allo specchio…

Il mio cancro è in remissione ma non credo di averlo sconfitto.

Ora mi guardo allo specchio, mi lavo il viso, applico i prodotti che Giovanna mi ha raccomandato, nell’esatto ordine e nell’esatto modo in cui lei mi ha insegnato. Mi ha anche mostrato come drappeggiare elegantemente un foulard in testa e quando esco la gente non capisce se sono una malata di cancro o una principessa orientale in incognito.

Forse il cancro tornerà, forse no, ma non troverà più quel gran vuoto creato da me per accoglierlo.

Lucia è una donna forte e fortunata. Grazie all’amicizia e alla sensibilità di Giulia, Lucia ha incontrato l’estetica oncologica ma molte donne ancora non sanno neppure che esiste.

Se anche tu stai vivendo una storia di malattia o se hai accanto chi si sente smarrito durante il viaggio terapeutico, lascia che ti chieda cosa posso fare per riportare il sorriso sulle tue labbra.

La mia consulenza gratuita è dedicata a te.

Ti aspetto dall’altra parte.

Giovanna – estetista oncologica Oti e certificata rete Oncologica Piemonte.

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